Simona Caramelli. Nepantla
a cura di Gianluca Ranzi
6 aprile - 4 maggio 2024
Le sculture in ceramica di Simona Caramelli, la più recente produzione dell’artista, mostrano un immaginario mobile in cui la materia gioca con il pieno e il vuoto, l’opaco e il lucido, forme organiche e minerali, suggestioni mitologiche e riferimenti personali. La scelta del bianco e del nero, tonale e anch’essa mobile, risveglia stupore e interrogazione di fronte ad oggetti che uniscono familiarità e spaesamento, solidità e disorientamento. Come l’artista stessa ha sottolineato: “Sentirsi disorientati nello spazio equivale a vivere “en Nepantla”, sperimentare alternanze di dissociazione di identità, crolli e ricostruzioni”.
Le opere in mostra sono accomunate da un rigore formale da cui trapela la presenza dell’indefinito e del transitorio. E’ il territorio di mezzo di Nepantla, la parola azteca che indica la dimensione dell’in-between, dove i confini si rimescolano e il nuovo prende forma, luogo vitale per eccellenza, mescla di lingue e tradizioni. Nella serie di sculture intitolata Creatures Borderland, l’occhio corre sui loro profili irrequieti, che sono come creste di montagne, baratri profondissimi, speroni aggressivi alternati ad anse di tranquillità. Territorio di mezzo è anche la grande opera in mostra (a#5, 2020), la cui superficie argentata svela ad uno sguardo attento un mondo sottostante fatto di interstizi, grovigli e spazi di attraversamento tra luce e buio.
Questa sorta di “fuori campo” dell’opera, dove l’io dell’artista si mescola al mondo e la natura alla cultura, è ugualmente presente nelle opere su carta, dove prospettiva e profondità sono bandite a favore di uno spazio fluido e pluridirezionale che non presenta gerarchie. Queste forme sono guizzanti come lo sono i filamenti (che l’artista ottiene attraverso un particolare procedimento da lei messo a punto usando la lana grezza di pecora) che in esse descrivono figure allusive, sinuose, morbide ed aggressive insieme, al confine tra astrazione e suggestioni figurative, evocazioni e allusioni.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo critico di Gianluca Ranzi.
Simona Caramelli è artista e attrice. Nata a Pistoia, vive e lavora a Roma.
Tra le mostre precedenti si ricordano: Il sogno della pecora, a cura di Giuliana Benassi, Teramo (2018), EAC Artisti allo specchio, a cura di Achille Bonito Oliva, Roma (2017), The night watch, Rodicondoli, Siena (2016), Until next morning, Fondazione Mudima, Milano (2014), Premiere, a cura di Piero Tomassoni, Foligno (2010).
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